Solstizi ed equinozi sono due tra gli eventi astronomici più
noti. Segnando il passaggio da una stagione alla successiva, di questi eventi se
ne sente parlare spesso, almeno quattro volte l’anno: il 21 Marzo e il 23
Settembre per gli equinozi primaverile e autunnale, rispettivamente, e il 21
Giugno e il 21 Dicembre per i solstizi estivo ed invernale, rispettivamente
(nel nostro emisfero boreale).
Fin qui tutto bene; quanto appena detto sembrerebbe proprio
non fare una grinza.
E se vi dicessi che questo è vero….ma non del tutto?
Ebbene sì! Infatti, vi sono regioni del nostro pianeta in
cui ogni anno ci sono non uno ma bensì due solstizi estivi!!
Si tratta esattamente della fascia tropicale, cioè quella
regione della superficie terrestre compresa tra il tropico del Cancro (parallelo
terrestre a latitudine +23°) e il tropico del Capricorno (parallelo terrestre a
latitudine -23°).
Non si tratta di un angolo sperduto del pianeta, ma stiamo
parlando di una regione che copre più di un terzo dell’intera superficie
terrestre (quasi il 38% per essere più precisi).
E’ interessante come questo fenomeno del raddoppio del
numero di solstizi estivi, nonostante interessi una porzione così vasta della superficie
terrestre, non sia così diffusamente riportato.
Nelle regioni boreali (settentrionali) a latitudini più alte
dei +23° (e quindi anche in Italia), il solstizio estivo accade sempre alla
stessa data del 21 Giugno. Così anche nelle regioni australi (meridionali) a latitudini
più negative dei -23°, il solstizio
estivo si verifica sempre alla stessa data del 21 Dicembre.
Diversamente, nelle regioni tropicali non solo ci sono due
solstizi estivi, ma la data dei due solstizi cambia con la latitudine.
Più precisamente, lungo l’equatore i due solstizi estivi
avvengono il 21 Marzo ed il 23 Settembre, a distanza di sei mesi esatti l’uno
dall’altro. A mano a mano che ci si sposta dall’equatore verso il tropico del
Cancro (+23°), le due date dei solstizi estivi si avvicinano l’una all’altra
(quindi ad Aprile e ad Agosto, poi a Maggio e a Luglio) fino a coincidere con
la data del 21 Giugno in corrispondenza del tropico del Cancro a latitudine +23°.
Poi a latitudini maggiori di +23° fino
al polo nord, la data del solstizio estivo rimane una sola e sempre in
corrispondenza del 21 Giugno.
Lo stesso fenomeno del raddoppio dei solstizi estivi si
verifica anche nell’emisfero australe (naturalmente con le stagioni invertite
rispetto all’emisfero boreale). Lungo l’equatore i due solstizi estivi
avvengono il 21 Marzo ed il 23 Settembre. A mano a mano che ci si sposta
dall’equatore verso il tropico del Capricorno (-23°), le due date dei solstizi
estivi si avvicinano l’una all’altra (quindi a Febbraio e ad Ottobre, poi a
Gennaio e a Novembre) fino a coincidere con la data del 21 Dicembre in
corrispondenza del tropico del Capricorno a latitudine -23°. Poi a latitudini più negative di -23°
fino al polo sud, la data del solstizio estivo rimane una sola e sempre in
corrispondenza del 21 Dicembre.
L’esistenza dei due solstizi estivi e la variazione della
loro data possono essere ben rappresentate graficamente, come nella seguente Figura.
Elevazione massima del Sole sopra l'orizzonte durante l'anno a diverse latitudini. |
Il grafico mostra come l’altezza massima del Sole cambia durante
l’anno a diverse latitudini (il grafico si limita all’intervallo di latitudine da
0° a +35°). Mentre a latitudini di +23°, +35° e maggiori (non mostrate nel grafico)
l’altezza massima del Sole viene raggiunta una sola volta, il 21 Giugno, alle
latitudini tra 0° e +23° l’altezza massima viene raggiunta due volte, a distanza
di sei mesi all’equatore (latitudine 0°) e a distanze sempre più ravvicinate a
mano a mano che si va verso il tropico del Cancro (latitudine +23°) fino a
coincidere con la stessa data (il 21 Giugno).
Naturalmente, in questo raddoppio del solstizio estivo non
c’è nulla di misterioso. E’ il risultato di un effetto puramente geometrico che
nasce dalla forma pressoché sferica della Terra e dall’inclinazione del suo
piano equatoriale di circa 23° rispetto al piano orbitale.
Mentre l’alternarsi di un solstizio estivo e di uno
invernale produce uno schema regolare di riscaldamento della superficie
terrestre, con massimi di temperatura in estate e minimi di temperatura in
inverno; nella fascia tropicale, la presenza di due solstizi, e per di più a
distanza variabile con la latitudine, produce uno schema di riscaldamento più
complesso.
Per una descrizione dettagliata del riscaldamento prodotto
nella fascia tropicale puoi consultare il mio libro “Cambiamenti climatici: il
primo passo” disponibile su Amazon al seguente link http://amzn.eu/dVONXBH
Ma esattamente, cosa sono i solstizi e gli equinozi?
Quale sia il percorso del Sole sopra l’orizzonte è
sicuramente a tutti noto. Chiunque viva nell’emisfero settentrionale sa per
esperienza diretta che guardando a sud, il Sole sorge a sinistra (est), durante
il dì si sposta verso destra raggiungendo la sua massima altezza sopra
l’orizzonte (culminazione) intorno a mezzogiorno, e poi continua a muoversi
verso destra scendendo verso l’orizzonte per poi tramontare e scomparire sotto
l’orizzonte ad ovest.
E’ forse meno noto il fatto che questo percorso si ripete
ogni giorno, ma con la differenza che di giorno in giorno l’altezza massima del
Sole sopra l’orizzonte cambia. L’altezza massima oscilla tra un valore minimo
in corrispondenza del solstizio invernale e un valore massimo in corrispondenza
del solstizio estivo.
Immaginando di osservare il Sole solo a mezzogiorno per 365
giorni consecutivi lo si vedrà salire sempre più in alto dal solstizio
invernale fino a quello estivo, poi il Sole inverte la direzione per
ridiscendere dal solstizio estivo a quello invernale.
Nuovamente invertirà la sua direzione per risalire.
Immaginando di fare ogni giorno a mezzogiorno una foto del
Sole, quello che verrà fuori è un percorso del tipo riportato in figura, che
prende il nome di analemma.
Esempio di analemma solare. Gentile concessione di Anthony Yiomamitis. |
I giorni in cui il Sole inverte la direzione (cioè smette di
salire ed inizia a scendere o viceversa) è come se il Sole si fermasse, appunto
per invertire la direzione. Ecco il motivo per cui questi giorni si chiamano
solstizi dal latino solstitium
(composto dal nome Sol = Sole e dal
verbo sistere = fermarsi), cioè Sole
che si ferma.
Poiché il Sole, dopo il solstizio invernale culmina sempre
più in alto, deve percorrere una traiettoria sempre più lunga sopra l’orizzonte
e di conseguenza il dì dura di più. Invece, dopo il solstizio estivo, poiché il
sole culmina sempre più in basso percorrerà una traiettoria più corta e quindi
diminuirà la durata del dì.
Tra i giorni di solstizio, si collocano i giorni di
equinozio (primaverile e autunnale), durante i quali dì e notte hanno stessa
durata
Questo è ciò che si osserva.
Ma perché succede? Perché di giorno in giorno l’altezza
massima del Sole sopra l’orizzonte cambia?
Proviamo a capirlo aiutandoci con un’analogia.
Si pensi ad una bambina che si dondola sull’altalena mentre
la mamma le sta di fronte a guardarla. Durante l’oscillazione dell’altalena,
c’è una posizione (la più alta) dalla quale la bambina osserva la mamma
dall’alto verso il basso. Poi via via l’altalena scende fino alla posizione (la
più bassa) dalla quale la bambina osserva la mamma dal basso verso l’alto.
Queste due situazioni sono rappresentate nelle due vignette qui
di sotto.
In maniera analoga, la Terra ruotando attorno al Sole compie
un’oscillazione (che a differenza dell’altalena dura 1 anno). Ci sono sei mesi durante l'anno (da settembre a marzo) in cui dalla Terra si guarda il Sole dall’alto verso il basso. Il giorno in cui il Sole al mezzogiorno raggiunge la sua altezza più bassa è
il giorno del solstizio invernale. Ci sono poi sei mesi (da marzo a settembre),
in cui dalla Terra si osserva il Sole dal basso verso l’alto. Il
giorno in cui al mezzogiorno il Sole raggiunge la sua massima altezza sopra
l’orizzonte è il giorno del solstizio estivo.
Nessun commento:
Posta un commento