Il flusso di informazioni che quotidianamente riceviamo dai
mezzi di comunicazione è notevole. Il tempo per leggere e, magari, soffermarci
su qualche notizia specifica, tuttavia rimane generalmente limitato. Più o meno
consapevolmente il nostro cervello opera una continua selezione, recependo tra
le tante informazioni solo quelle che ritiene interessanti e scartando le
rimanenti.
Chi si occupa di comunicazione, qualunque sia la natura
della stessa, dalla cronaca, alla tecnologia, alla medicina è pienamente
consapevole di questo processo di selezione operato dal lettore. Da qui può
nascere un’attenzione particolare nel trovare una forma accattivante (soprattutto
nel titolo, ad esempio) che riesca a catturare l’attenzione del lettore
facendogli leggere la propria piuttosto che le notizie altrui.
Un modo efficace è quello di dare un taglio
sensazionalistico alla notizia, rendendola in qualche modo ‘eccezionale’ e
quindi più importante delle altre.
Le notizie riguardanti i cambiamenti climatici non sono esenti
da questa prassi …anzi! Due degli aggettivi che maggiormente vengono associati alle
notizie sui cambiamenti climatici sono ‘record’ e ‘anomalo’. Per cui, le
temperature raggiunte in un dato mese o in un dato anno sono temperature
record, le ondate di caldo o di freddo che investono una data regione sono
ondate anomale.
Se questo sensazionalismo ha il merito di catturare
l’attenzione del lettore, a prescindere dalla formazione culturale, dall’attività
lavorativa, dagli interessi personali, e quindi ha come risultato quello di
contribuire a sensibilizzarlo a queste problematiche, d’altro canto questa
modalità di comunicazione ha la responsabilità di dare una percezione non
corretta di ciò che effettivamente sta succedendo.
Il modo migliore per comprendere il senso di ciò che si
legge rimane quello di conoscere (almeno per sommi capi) l’argomento in
questione. Non sempre ciò rappresenta un’impresa così difficile.
Un esempio di recente ‘sensazionalismo’
durante l’estate appena trascorsa è stato la notizia riguardante l’ondata di caldo ‘anomalo’ in Russia. La Russia è ben
nota come un paese freddo e la Siberia è per antonomasia una delle più fredde
del pianeta tra le regioni abitate. Il fatto che si siano registrate temperature
particolarmente alte diventa una notizia sensazionale e viene facilmente
interpretata come ulteriore manifestazione del riscaldamento globale.
Tuttavia, se utilizziamo misure della
temperatura in superficie ottenute da satellite, le quali hanno l’insuperabile
vantaggio della omogeneità, continuità e copertura temporale, si scopre che la
Russia è per sua natura la regione in cui la differenza tra la temperatura
diurna media estiva e la temperatura diurna media invernale è la massima registrata
sulla Terra, superando questa differenza anche gli 80 0C e che le
temperature estive massime quasi ogni anno superano i 350C. Ecco
allora come una proprietà termica naturale viene passata come evento
eccezionale e quindi proposta al lettore con il taglio di un clima impazzito.
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Figura 2: il cerchio blu individua la regione della Siberia alle coordinate Long=+102 e Lat=+60 |
In Figura 1 viene mostrata la serie
temporale delle temperature massime diurne misurate dallo spettrografo AIRS a
bordo del satellite Aqua della NASA nel periodo dall’estate del 2002 a quella
del 2016 in una regione centrata alle coordinate geografiche long = 1020
e lat = +600 (regione settentrionale della Russia; vedi Figura 2).
Ogni punto nella figura rappresenta il valore giornaliero massimo di
temperatura (più esattamente il valore medio su circa 250 misure effettuate in
una regione di 400 km x 400 km). Si nota la grandissima differenza tra le
temperature invernali ed estive con valori che oscillano tra i -500C
e i +350C. Si nota come registrare temperature intorno ai +350C
in estate non sia un evento eccezionale ma una circostanza naturale che si
ripete pressoché ogni anno.
Che esista un cambiamento climatico e
che questo stia procedendo a ritmi sempre più veloci è un dato di fatto
incontrovertibile. Il riscaldamento globale della superficie terrestre, anche se
con tassi di crescita variabili, di fatto va avanti.
Tuttavia, sono non poche le proprietà
termiche naturali della superficie terrestre che sono eccezionali di per sé, e
scollegate dal fenomeno del cambiamento climatico. Alcune di queste vengono di
tanto in tanto riportate dai mezzi di comunicazione in maniera
sensazionalistica, come nell’esempio appena fatto, producendo un sommerso
allarmismo. Invece, si tratta di caratteristiche del tutto naturali e non
novità degli ultimi anni.
Il primo passo verso la comprensione
dei cambiamenti climatici da parte dei non specialisti è la conoscenza delle
proprietà termiche della superficie terrestre, di quale sia la temperatura
nelle diverse aree geografiche e di come questa cambi naturalmente nel corso
del tempo. In assenza di questo pezzo di conoscenza si potrebbe tendere a
confondere l’origine dei fenomeni climatici, non riuscendo a distinguere quelli
naturali e caratteristici della Terra da quelli derivanti dal riscaldamento
globale, e si potrebbe rischiare, erroneamente, di leggere qualunque fenomeno
atmosferico con la sola chiave di lettura del cambiamento climatico.
É
proprio questo l’obiettivo del saggio breve “Comprendere i cambiamenti
climatici: il primo passo” (disponibile su Amazon nelle versioni italiana ed
inglese o dal blog: cosacambiadelclima.blogspot.it).
Con un linguaggio volutamente
divulgativo nel saggio “Comprendere i cambiamenti climatici: il primo
passo” vengono presentate le proprietà dell'irraggiamento solare,
il conseguente riscaldamento e la distribuzione di temperatura sulla superficie
terrestre, dedotte dall'analisi di dati da satellite. Inoltre vengono discusse
le caratteristiche della variabilità giornaliera, inter-giornaliera e
stagionale della temperatura e di come queste cambino con le coordinate
geografiche. Particolare attenzione viene infine data alla discussione delle
proprietà termiche sul territorio italiano.
Sergio Messina
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